Vivere accanto a persone con Ipocondria

da | Feb 14, 2022

[Cos’è «ansia per la salute» o Ipocondria]

La cosa peggiore non è la malattia in sé, ma il pensiero che la cosa più brutta possibile potrebbe accadere. 

Svelato così il tema centrale dell’ansia da malattia. 

La persona che ha questo disturbo compie un errore enorme, pensa che esista prova assoluta di malattia; tutte le informazioni vengono ritenute rilevanti per conoscere la condizione della propria salute, e sì, tutto diviene prova assoluta della presenza di una malattia. 

Concentrarsi sulla malattia in sé però non serve a nessuno. Il sintomo è reale, sentono realmente quel disturbo fisico, non è nella mente. E non vogliono fare le vittime o fingere di stare male per ottenere attenzione. A volte ne riconoscono l’esagerazione, ma non riescono a far a meno di preoccuparsi. 

Fondamentale per comprendere l’ipocondria è la credenza della persona di essere fragile, debole e vulnerabile, con una probabilità altissima di essere quell’1 su 100.000 con quella patologia.

La persona con ipocondria si pone come scopo assoluto quello di non essere ammalato o di non soffrire o di non essere debole o ansioso, ed è proprio questo a non aiutarlo. 

Ogni sintomo cattura l’attenzione immediatamente come un metal detector sempre acceso che inizia a suonare alla più piccola monetina, e così la mente attiva uno degli errori che mantengono il disturbo, l’attenzione selettiva. Ci si dimentica di tutto il resto, non si fa caso a ciò che funziona o non è dolorante; l’unica cosa che cattura l’attenzione è la sensazione e il conseguente pensiero di inevitabilità di malattia. Ecco che poi al metal detector si aggiunge l’album dei ricordi e tutte le volte in cui ha fatto bene a preoccuparsi perché poi alla fine, qualcosa qualcosa, lo si trova sempre.

Certo, perché se dovessi pensare di avere una malattia comincerei a cercare anche io le informazioni su di un motore di ricerca e Google mi dirà di certo che sto per andarmene dalla terra o alla meno peggio, mi spunterà la coda. 

La ricerca di informazioni viene inficiata da un altro errore cognitivo, il bias di conferma. La persona con ipocondria si concentrerà su tutto ciò che può essere compatibile con la paura che sente  e tutto questo avverrà e si aggraverà molto presto, però questo è un altro errore cognitivo, (Catastrofe!).

Potrebbero non essere sufficienti le informazioni acquisite, ora vi è bisogno di una diagnosi medica. Ecco che la persona con ipocondria cerca in tutti i modi la rassicurazione. Ma se ricerco rassicurazione, che messaggio sto mandando alla mia mente? Vi risuona un po’ l’idea di essere debole, fragile, non in grado di..?  La rassicurazione è un’arma a doppio taglio, la persona coinvolge coloro che vivono accanto all’ipocondria e tutte le figure mediche o di cura che possono, nel minor tempo possibile. Ma questo vuol dire confermare un’unica idea: “Io non riesco a tollerare l’ansia di pensare di avere una malattia, io sono fragile e debole.”

[Vivere accanto a persone con Ipocondria: Come si sente e cosa pensa un Familiare]

Vivere accanto all’ipocondria significa trovarsi inizialmente spaesati e preoccupati proprio come loro. 

La persona con ansia da malattia riesce immediatamente a convincerci della veridicità della possibilità di aver una patologia. Sono proprio convincenti nella loro ricerca di informazioni confirmatorie e noi ci cadiamo in pieno. 

Ci sentiamo poi inermi. Tante visite, tanti tentativi di rassicurazione sempre più necessari e mai abbastanza. Cresce l’impotenza. Cresce la frustrazione.

“Non ha nulla, si preoccupa per niente. Non se ne può più.”

La mamma magari ancora gli sta dietro, il padre lo ignora, la sorella lo prende in giro, la fidanzata non ne può più. 

Vivere accanto ad una persona con ansia da malattia si ritrova coinvolta in un vortice che richiedere un bel respiro profondo, tanta pazienza, la comprensione del problema e aggiustare un po’ il tiro del proprio comportamento, evitando quindi di essere inclusi tra i meccanismi di mantenimento.

Atteggiamenti iperprotettivi e una eccessiva attenzione ai sintomi sono stati alcuni degli incipit della patologia allora perché non far tesoro di questa informazione e provare comportamenti più utili? Li vedremo insieme.

Chi convive con persone che hanno questo tipo di problema pensano di non poter fare mai abbastanza per aiutare l’altro. 

Alcuni cercano in tutti i modi di convincerli dell’infondatezza delle loro preoccupazioni, inutilmente. Altri sminuiscono talmente tanto il problema da far emergere un clima di incomprensione e giudizio. Altri ancora pensano che i sintomi siano solo nella loro testa.

Andiamo a scoprire alcune strategie per gestire la situazione.

[Ipocondria, come gestire la situazione]

Ad ognuno la propria responsabilità. Per poter gestire bene la situazione e contrastare l’idea di debolezza e fragilità dobbiamo necessariamente fare un passo indietro e permettere alla persona di sperimentarsi, riprendere la propria responsabilità per la propria salute e scoprirsi meno dipendente dagli altri. 

Assecondare ciò che è utile. Prendere appuntamenti per la visita medica o diagnostica al posto della persona con ipocondria non solo non è utile ma mantiene il problema confermando sempre di più che c’è qualcosa per cui preoccuparsi. Infatti, assecondare tali comportamenti permette di confermare che la paura non è irrazionale e anzi è lecita. 

Rassicuratelo sì, ma solo di amarlo. Far capire alla persona con ipocondria che gli vogliamo bene nonostante la sua difficoltà. Il sentirsi fragile e vulnerabile mette la persona in condizioni tali da pensare di non essere amabile per le proprie stranezze. Rassicurarlo invece rispetto alla probabilità e percentuale di possibilità di avere una grave malattia sarà completamente inutile se non addirittura deleterio.

Chiedete rispetto e date rispetto. Quando la persona si trova in pieno rimuginio difficilmente comprende di star chiedendo eccessive azioni agli altri. Definite un confine entro il quale vi proponete disponibili all’ascolto per un tempo predefinito, il vostro tempo è prezioso e non è utile a nessuno dei due sprecarlo in rassicurazioni. Rispettate, dopo aver compreso il funzionamento del problema, sia il problema stesso che la persona. 

Sì a sostegno e comprensione. Giudicare non ha mai aiutato nessuno. Esprimere il proprio sostegno e comprensione per il disagio che la persona sta vivendo ci permette di avere un clima più disteso e sereno. Vivere accanto ad una persona con ipocondria significa anche comprendere quali siano le emozioni che l’altro sente senza entrare in merito al contenuto dei suoi pensieri irrazionali. 

Concedetevi maggiore tempo di salute da passare insieme. Una buona attività fisica, una sana alimentazione, un buon sonno e sane routine sono difficili da mantenere ma farlo insieme aiuterebbe entrambi a rafforzare la propria mente e la propria forza fisica, mettendo in dubbio così, l’idea di fragilità e vulnerabilità.

Sdrammatizzare e ironizzare, con il giusto equilibrio. Far percepire l’assurdità delle proprie idee a volte aiuta a ridimensionare il pensiero disturbante, permettendo di riprendere un maggiore esame di realtà. Mi raccomando di utilizzare con parsimonia questa indicazione, tenendo sempre presente chi si ha davanti e quanto sia sensibile all’ironia.

Se ti trovi a vivere accanto a persone con ipocondria e senti di non poter gestire da solo/a la situazione consulta uno psicologo psicoterapeuta.

Grazie per aver letto l’articolo.

Dott.ssa Cinzia Borrello, Psicologa Psicoterapeuta cognitiva e cognitiva comportamentale e Terapeuta EMDR II livello.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

La Psicoterapia Online

Cos'è la psicoterapia online? Il supporto online e la psicoterapia online esistono da tempo. Per terapia online si intende una prestazione psicoterapica effettuata tra terapeuta e cliente, attraverso i canali telematici ed avviene grazie alla connessione via internet...

Vivere accanto all’ansia

<< Lo sguardo nel vuoto, gli occhi sbarrati, la guardo e cerco di comprendere dove sta andando con quella testolina. Le dico “non ti preoccupare” e lei si incupisce come se le avessi detto qualcosa di male. Non la capisco e lei lo sa. Costantemente proiettata...

Vivere Accanto al Disturbo Ossessivo Compulsivo

“I rituali sono sfiancanti, non sai mai come potrebbe reagire, se hai fatto abbastanza per lui. Non esco più per evitare di fare le cose e causargli ansia. Non so più come comportarmi. Sta diventando una situazione limitante e ingestibile. Finiamo con il litigare ogni...

Vivere accanto ad una persona affetta da Covid-19

I protagonisti indiscussi di questo periodo sono le persone che sfortunatamente hanno vissuto in prima persona il contagio del Coronavirus. Tra i molteplici soggetti coinvolti vi sono loro, con emozioni, pensieri e comportamenti differenti. Difficile è la loro...

Come sopravvivere al Coronavirus?

Attualmente il panorama italiano si sta affacciando ad uno di quei periodi di sconforto e di caos che rimarrà nella storia. Oltre alla situazione sanitaria, dove non mi dilungherò, (citerò qui le uniche fonti ufficiali dove trarre le informazioni - Ministero della...

Vivere accanto alla depressione

 Entro in casa e la trovo lì sul divano, fissa il vuoto e non ha le forze. Vivere accanto alla depressione non è uno scherzo. Dice di non riuscire a fare nulla, brutti pensieri le entrano in testa e la immobilizzano e io fermo, impotente. Dice “dentro di me c’è voglia...

Come affrontare la solitudine? I passi per viverla al meglio

 “Sono una sfigata, sono da sola”, “essere soli? è terribile”, "non riesco a comprendere come affrontare la solitudine", “stare da soli significa non esistere” “non potrei mai fare un viaggio da sola”, “da solo non potrei farcela”, “non mi può lasciare, resterei...

Ecco cosa ho imparato da una relazione finita

La storia con lui è stata tempestosa, gelosie e tradimenti, assenze e presenze di dipendenza, bisogni e necessità, amore e odio. Avrei buttato tutti gli anni insieme e avrei azzerato i ricordi. Poi mi sono chiesta “Cosa ho imparato da una relazione finita?”. Quando...

Vivere accanto a persone con attacchi di panico

Vivere accanto a persone con attacchi di panico non è semplice, è così che è necessario comprendere cosa sia l'attacco di panico, i meccanismi che si attivano a fronte di tale situazione e come gestirla. Ad un certo punto la vedi. Sbianca, il cuore sembra salirgli in...

Il perfezionismo clinico e il suo trattamento nelle problematiche alimentari.

A seguito di molteplici diete conseguite con successo potrebbe capitare di ricadere negli stessi meccanismi oppure, nonostante l'aver intrapreso un percorso di psicoterapia, la situazione potrebbe riapparire poco mutata. Cosa non sta funzionando? il perfezionismo ci...