“Sono una sfigata, sono da sola”, “essere soli? è terribile”, “non riesco a comprendere come affrontare la solitudine”, “stare da soli significa non esistere” “non potrei mai fare un viaggio da sola”, “da solo non potrei farcela”, “non mi può lasciare, resterei sola”.
Quante volte diciamo o abbiamo sentito dire queste affermazioni?
Questi pensieri sono tipici di chi vive la solitudine come una mancanza, la mancanza di qualcosa o qualcuno. Ma essa va oltre l’oggetto o il soggetto, andando verso la mancanza di un bisogno.
Ci si può sentire soli in mezzo alla folla o con il proprio partner accanto e in serenità da soli in una stanza vuota. In queste situazioni il sentirsi soli non si associa alla quantità delle relazioni ma alla qualità percepita della relazione stessa.
Percepire la solitudine come una condizione negativa ci spinge ad essere critici verso noi stessi e le persone accanto a noi, ci induce a giudicare negativamente le relazioni. Sentirsi in tale condizione potrebbe portare ad assumere comportamenti di evitamento e atteggiamenti difensivi che non fanno che aumentare la probabilità che avvenga l’isolamento, in un’ottica di “profezia che si auto-avvera”.
Se ti dicessi che la solitudine è una tua scelta? Nessuno ci obbliga a stare a casa se vogliamo uscire, nessuno ci obbliga a portare quella corazza che ci impedisce di rapportarci agli altri. Puoi scegliere.
Non è facile entrare in un punto di vista differente; io stessa ho vissuto male la solitudine fino a comprenderla, accettarla e utilizzarla come una risorsa.
Come affrontare la solitudine e utilizzarla in modo funzionale e utile.
-Primo passo: svela cosa ne pensi.
Chiediti: 1. Che idea ho della solitudine? 2.Per me una persona sola è una persona… 3.Cosa penso di me quando mi sento solo? 4.Stare solo come mi fa sentire? 5.Che azioni faccio per non soffrire di solitudine?
– Secondo passo: crea un’immagine e comprendi il bisogno che la solitudine sta comunicando.
1. Qual’è la mia immagine di solitudine? 2. Cosa mi dice quell’immagine? 3. Cosa dico di me in quella situazione? 4.Quale bisogno mi sta comunicando? 5. Quali passi potrei fare per soddisfare tale bisogno?
– Terzo passo: agisci
Selezionare attività che vanno a riempire la sensazione di vuoto che accompagna la solitudine, risulta essere necessario. Riempirlo con attività futili non farà che darci sollievo momentaneo e lasciarci un ulteriore solco nel lungo tempo. Sostituisci l’idea del vuoto con del tempo da dedicare a te stesso e ai tuoi desideri e bisogni. Mantieni allenate le tue capacità relazionali. Invita persone con cui desideri passare del tempo, che rispondano ai tuoi interessi, questo ti permetterà di essere più interessato ed interessante nella conversazione. Ascolta e comprendi i sentimenti dell’altra persona. Allena le abilità di comunicazione assertiva.
Rispettati, ascoltati e amati. Scriviti: “Dire di no agli altri per dire sì a se stessi”.
Imparare come affrontare la solitudine in maniera positiva ed utile ci permetterà di essere più liberi nelle scelte d’amore, evitando situazioni di dipendenza; liberi nelle scelte di amicizia, evitando di accettare soprusi e torti; liberi nelle scelte delle proprie passioni, permettendo di esprimere la nostra personalità.
Se il dolore emotivo dovesse essere così forte da pensare di far del male a te o agli altri, o chiederti come sarebbe se non ci fossi più, chiedi aiuto ad un professionista.
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Dott.ssa Cinzia Borrello, Psicologa Psicoterapeuta cognitiva e cognitiva comportamentale e Terapeuta EMDR I livello.
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